La ricchezza geologica dell’Altipiano del Calisio è conosciuta fin dall’antichità dai suoi abitanti e dai signori della vicina Trento. Alcune risorse del sottosuolo hanno avuto un ruolo molto importante nello sviluppo di questo territorio.
Il nome stesso deriva dai giacimenti d’argento coltivati nel Medioevo da minatori di origine germanica, i canòpi, che estraevano il prezioso metallo per conto del Principe Vescovo: con l’argento del Calisio si coniava allora la moneta di Trento. Al loro lavoro dobbiamo il paesaggio lunare che caratterizza l’area centrale dell’Ecomuseo, crivellato da migliaia di pozzi e chilometri di stretti cunicoli. Dal Calisio proviene anche il Rosso Ammonitico, la roccia utilizzata per costruire la città di Trento fin dall’Età romana. I famosi cubetti di Porfido con cui sono lastricate strade e piazze, provengono dal lembo settentrionale dell’Ecomuseo, nel territorio di Albiano e Fornace.
La storia del territorio dell’Ecomuseo inizia circa 280 Milioni di anni fa (Permiano inferiore), quando le lave e le ceneri di un enorme vulcano, una caldera, si depositarono fino a raggiungere spessori di oltre 2 km dando vita al Gruppo Vulcanico Atesino, di cui fanno parte i porfidi.
Terminata la fase vulcanica (circa 260 milioni di anni fa – Permiano superiore), il mare avanzò da est invadendo buona parte dell’area attualmente occupata dalle Alpi: il territorio dell’Argentario, così come gran parte del Trentino, era rappresentato da una vasta e arida pianura solcata da lenti fiumi.
Nei successivi milioni di anni il mare continuò ad avanzare e il nostro territorio divenne prima una laguna salata (Formazione a Bellerophon – Permiano superiore) poi, intorno a 250 Milioni di anni fa (Triassico inferiore) una piana costiera agitata dalle onde in cui si depositavano sabbie, argille e calcari che diedero origine alla Formazione di Werfen. Queste rocce in seguito saranno arricchite da vene di galena argentifera, un minerale estratto fin dal Medioevo dalle miniere (localmente dette canòpe) dalle quali l’Altipiano prenderà il nome.
Dopo un lungo periodo fatto di continui abbassamenti e innalzamenti del fondale marino, circa 215 milioni di anni fa parte del Trentino divenne una piana fangosa periodicamente invasa dall’acqua: in questo ambiente ricco di molluschi e alghe si depositò la Dolomia Principale, la roccia che costituisce Cima Calisio.
Tra 170 e 125 milioni di anni fa troviamo invece il Calisio sul fondo di un oceano, nel quale tra Giurassico superiore e inizio del Cretacico si depositano finissimi strati di calcare. Formeranno quella che oggi chiamiamo Pietra di Trento (Rosso Ammonitico e Maiolica), una roccia ricca di fossili (le ammoniti appunto) con cui sono stati costruiti molti edifici e i marciapiedi cittadini.
Nel corso del Cretacico iniziarono i sommovimenti che avrebbero portato alla formazione delle Alpi (orogenesi alpina): in Calisio giunsero i sedimenti erosi dalle Alpi settentrionali, la porzione di catena che si era formata per prima, e diedero origine alla Scaglia Rossa in cui il Torrente Fersina scaverà l’Orrido di Ponte Alto.
Nell’Eocene, circa 50 milioni di anni fa, il mare fu scosso da una serie di eruzioni sottomarine che portarono alla formazione delle rocce vulcaniche effusive (Basalto della Val Lagarina) che si trovano nella zona fra Martignano e Cognola, famosa per la produzione di vini di pregio per i quali i terreni limitrofi sono meno adatti.
Sopra queste rocce vulcaniche che si trovavano a pelo dell’acqua tornarono a depositarsi degli organismi calcarei che costituiscono l’attuale nucleo dell’anticlinale del Calisio, la piega in corrispondenza del Dos Calmuz con la quale si chiude una storia lunga 220 milioni di anni.
Oggi l’Altipiano è interamente coperto da uno strato disomogeneo di detriti depositati dai ghiacciai in ritiro e dai fiumi formatisi fra una glaciazione e l’altra. Le rocce sottostanti spesso portano le tracce del passaggio del ghiaccio, come i massi di porfido arrotondati (rocce montonate) attorno al Lago di Santa Colomba.