L’Altipiano del Monte Calisio è stato da sempre un crocevia di popoli che dalla Valsugana e dal Lagorai raggiungevano la Valle dell’Adige. Le prime testimonianze della presenza dell’uomo nel territorio dell’Ecomuseo risalgono al Mesolitico (10.000 anni fa).
Gli insediamenti si sono diffusi lungo importanti vie di comunicazione nei pressi delle quali sono stati rinvenuti numerosi siti archeologici. Nel Medioevo centrale, l’era dei “canòpi”, furono costruiti numerosi castelli e chiese che punteggiano i piccoli borghi dell’Altipiano. Le tracce dei secoli più recenti si trovano nei molti palazzi storici dai bei portali in Rosso Ammonitico e nelle fortificazioni austroungariche, testimoni della Prima Guerra Mondiale.
Il sito archeologico del Riparo Gaban si trova in una piccola valletta pianeggiante nei pressi di Martignano, ai piedi del Monte Calisio. Si tratta di un ampio riparo ricavato in una sporgenza di roccia naturale alta circa 10 m.
La posizione favorevole, soprelevata rispetto al fondovalle dell’Adige, esposta a est e protetta dai venti, lo rendeva naturalmente adatto all’insediamento umano.
La scoperta del sito avvenne negli anni ‘60 ad opera di appassionati locali; nel 1970 il Museo Tridentino di Scienze Naturali promosse la prima campagna di scavo. Nei decenni successivi si sono susseguite diverse campagne di ricerca ad opera dell’Università degli Studi di Trento.
Il sito è particolarmente importante anche per il rinvenimento di numerosi oggetti d’arte e di culto che raccontano il gusto estetico e la complessa ritualità degli antichi abitanti del Calisio. Il rinvenimento più importante è forse la famosa “Venerina del Gaban”, una figura femminile ricavata da una placca ossea, che presenta tratti intermedi fra la tradizione mesolitica e quella neolitica: si tratta di un’importante testimonianza di un’epoca di passaggio in cui vennero introdotti nel nostro territorio l’agricoltura e l’allevamento.
Per facilitare lo studio del sito dopo il termine degli scavi, gli archeologi hanno risparmiato un “testimone stratigrafico”, una porzione del terreno originario in cui sono leggibili gli strati riferibili alle diverse epoche.
L’accesso all’area di scavo è attualmente precluso per motivi di sicurezza. Il sito è però visitabile dall’esterno, con la possibilità di osservare l’interno attraverso una finestra illuminata. Visite guidate con escursione dal centro di Martignano su prenotazione (minimo 15 persone – circa 20 minuti per raggiungere il sito).